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“Coltiva Italia” Risorse per oltre un miliardo di euro per rilanciare l’agricoltura italiana a partire da marzo 2026
31/10/2025

“Coltiva Italia” Risorse per oltre un miliardo di euro per rilanciare l’agricoltura italiana a partire da marzo 2026

“Coltiva Italia”

Risorse per oltre un miliardo di euro per rilanciare l’agricoltura italiana a partire da marzo 2026

 

È quanto previsto dal disegno di legge collegato alla prossima Legge di Bilancio: un pacchetto di interventi racchiuso in 20 articoli, con misure mirate per rafforzare il comparto agricolo.

Non solo fondi: il provvedimento apre un triennio di investimenti, strategie e cambiamenti strutturali.

Obiettivi principali:

  • Rafforzare il sistema agricolo nazionale attraverso investimenti infrastrutturali e il potenziamento delle filiere produttive, con particolare attenzione all’integrazione tra imprese agricole e industrie agroalimentari (es. settore frumento);
  • Incrementare la produzione di carne bovina da allevamenti italiani;
  • Valorizzare i contratti di filiera nel comparto zootecnico, promuovendo la cooperazione tra i diversi attori della catena produttiva;
  • Incentivare l’imprenditoria giovanile e femminile, sostenendo l’avvio di nuove attività agricole;
  • Sostenere le aziende colpite da crisi legate a fitopatie e zoonosi, in particolare la peste suina africana;
  • Favorire l’accesso dei giovani ai terreni agricoli ISMEA, promuovendo il ricambio generazionale;
  • Recuperare terreni incolti e contrastare lo spopolamento delle aree interne;
  • Promuovere ricerca e innovazione, anche attraverso strumenti digitali e intelligenza artificiale;
  • Semplificare la burocrazia per tutti gli operatori, inclusi vitivinicolo e olivicolo;
  • Valorizzare la filiera dell’olio d’oliva vergine.

Una raccomandazione: non sprechiamo questa opportunità.

Il provvedimento Coltiva Italia promette bene, ma guai a lasciarsi abbagliare solo dalle cifre. Non bastano i fondi: serve visione. Serve metodo. Come agricoltori consapevoli, dobbiamo seminare con criterio per raccogliere frutti veri. Senza illusioni. Con rigore.

Non guardiamo agli errori del passato se non per farne tesoro. Ma cambiamo rotta, scegliamo strade più dirette, meno tortuose, più efficaci. Non possiamo più permetterci percorsi lunghi, pieni di incroci, incerti e inconcludenti.

Il comune denominatore dev’essere uno: semplicità. Negli obiettivi, nelle procedure, nei riferimenti istituzionali.

Le norme? Devono dire cosa fare, come e quando. In tre righe, non trenta. Il messaggio dev’essere chiaro: più fermate ci sono, più il viaggio costa. Si perde efficienza, fiducia, entusiasmo. Spesso le buone idee sono come i frutti maturi: se non le cogli al momento giusto, si guastano.

Una parola in più sui fini ultimi: devono essere strutturali, non interventi tampone. Niente spesa corrente che lascia i problemi intatti. Serve una riforma vera, potature coraggiose, non palliativi.

Non servono né l’incoscienza dell’azzardo, né la mediocrità del consenso facile. Serve visione. Ambizione. Il coraggio di fare bene, non solo abbastanza.

Siamo il Paese dei cento campanili, sì. Ma abbiamo anche mille idee e un milione di risorse – umane, naturali, tecnologiche. Serve solo crederci.

E allora lasciamo che Pantalone si distragga coi suoi diletti, ignoriamo gli strali di Arlecchino: è tempo di seguire Gianduia, con il suo pragmatico buon senso.